01 febbraio 2010

Etologia politica

L'uomo è un animale di branco. Come accade per tutti gli animali che vivono in branco, ciascun individuo tende ad aquisire le consuetudini del branco dove vive e a posizionarsi nel branco secondo un ordine gerarchico. Gli individui che non si uniformano al branco o ne occupano una posizione di rango troppo basso tendono a venire emarginati e poi esclusi, e finiscono per condurre una vita solitaria oppure per aggregarsi ad altri branchi, presso i quali tenteranno una nuova scalata sociale. Tale comportamento in natura è giustificato dal fatto che il branco, rispetto alla vita solitaria (tipica per esempio dei ghepardi o delle linci) offre una maggiore protezione in termini di presidio del territorio, ricerca del cibo, difesa dai pericoli. Quindi il fatto di seguire il
soggetto maggiormente dotato (più abile, più forte, più smaliziato...) è semplicemente una questione economica, che permette ai meno dotati di godere della migliore vista, o del migliore intuito del capobranco, ed assicurare così una maggiore sopravvivenza alla propria prole. In cambio di questo servizio, essi cedono al capobranco la priorità sull'accesso alle risorse, sull'accoppiamento, ecc.
Accade che alle volte i capibranco commettano degli errori, portando il branco alla rovina (per esempio nel territorio di un predatore); in questi casi gli individui che hanno maggiore probabilità di sopravvivenza sono di solito quelli che erano più restii a seguire il capo, e diverranno i nuovi leaders. Inoltre, la presenza di individui provenienti da altri branchi assicurerà un maggiore interscambio genetico ed esperienziale, aumentando di fatto le possibilità di successo del branco in cui si vengono a trovare.
All'interno della stessa specie, la tendenza ad uniformarsi e seguire il branco è maggiore per il genere a taglia fisica minore (cioè più piccolo): le società animali dove sono le femmine ad avere mediamente la stazza maggiore sono a struttura matriarcale, mentre in quelle società animali in cui sono i maschi ad essere mediamente più grandi, essi sono gli elementi chiave della gerarchia (è il caso dei leoni, o degli uomini), e le femmine si adeguano.
Il fatto che l'uomo sia dotato di intelligenza (anche se a guardare i leghisti non si direbbe) non lo ha affrancato se non in minima parte da questo istinto innato, per cui egli, se sufficientemente evoluto, può anche concepire l'uguaglianza con gli altri individui (e quindi la democrazia), ma tende sempre a seguire quelli che identifica come leaders e ad emarginare quelli che identifica come non rispondenti agli standard del branco in cui si trova.
Tale comportamento, che prevede la totale abiura del senso critico personale e delle proprie facoltà mentali, fa sì che a distanza di pochi mesi o anni si possa disprezzare un vestito che prima si adorava, o la canzone di successo di turno, ed è tipico della stragrande maggioranza delle persone. Tale tendenza (innata) è ancora maggiore nelle donne, motivo per cui il grosso dei messaggi è declinato al maschile (anche quelli rivolti alle donne), le donne votano in prevalenza politici maschi, rispetto ai maschi seguono di più le mode, sono più religiose, accondiscendono di più alla mercificazione del proprio corpo, fanno di più la coda per accompagnarsi al ricco o al potente di turno. E' nella nostra natura di animali.
Come accade nei gruppi di oche che ancora popolano molte aie del mondo, è sufficiente che quella che sta davanti a tutte prenda una direzione, perchè tutte le altre la seguano a scapicollo. Il fatto che molti soggetti vadano in una medesima direzione (indipendentemente dalla bontà della scelta) è percepito come garanzia di affidabilità, e induce un aumento dell'adesione. Accade lo stesso nelle mandrie di vacche o di cavalli, nelle greggi di pecore, e nei gruppi umani. Che si tratti di un prete, un ricco, un nobile o qualunque altra figura che sia sufficientemente riconoscibile, il discorso non cambia: la sua parola è quella che segna la via.
I motivi che spingono gli uomini a seguire i capibranco sono gli stessi di tutti gli altri animali: l'accesso alle risorse (che noi chiamiamo ricchezza), l'accesso all'altro sesso (che noi chiamiamo figa) e la sicurezza rispetto ai pericoli del mondo esterno. Così, se promettere pane e figa (per esempio sotto forma di un milione di posti di lavoro e abbondanza di chiappe sode in prima serata) è un sicuro viatico per l'elezione di un politico, allarmare il branco ed ergersi a suoi difensori nei confronti dei pericoli esterni è garanzia di mantenimento perpetuo del potere. Vi sono poi quelli che, facendo leva sulla paura della morte e dell'ignoto, promettono l'immortalità o la resurrezione o la reincarnazione del corpo, o dell'anima, o di tutti e due anche shakerati in proporzioni diverse.
Da notare che, come chi promette pane e figa fa di tutto per aumentare il bisogno di pane e figa, chi promette sicurezza fa di tutto per aumentare il bisogno di sicurezza (e quindi non risolve i problemi, casomai li amplifica fingendo di risolverli) e chi agita la paura del mistero fa di tutto perchè su quel mistero non si faccia luce (non a caso la Chiesa è nemica della scienza: se si fa luce sull'ignoto, con cosa si tiene sotto scacco la gente?).
E' tutto nella natura dell'uomo. Tutte le guerre, le rivoluzioni, le reazioni, quelle giuste e quelle sbagliate, tutto è stato fatto per ricchezza, figa o religione. I programmi politici diventano vincenti se contengono soldi, figa, religione. Solo così si convince il branco. E il branco non cambia idea finchè non PERCEPISCE che la rovina è palese e irrecuperabile (cioè: non è sufficiente che la rovina esista, deve anche volerla vedere: ecco perchè le contese religiose e calcistiche durano millenni).

Vie d'uscita? Una sola: lunga e difficile, per lunghi tratti ancora da tracciare: rifiutare le fedi, rifiutare le mode, allontanarsi dal nostro essere animale, ed esercitare per quanto possibile ciò che più dalle bestie ci differenzia: l'intelligenza e la logica. Squitt.

garbìn

1 commento:

  1. Completamente d'accordo con te ma....neanche dio, casomai esistesse, riuscirebbe a levare il fascino del potere all'uomo.
    Via d'uscita fantastica e impossibile, come direbbe il buon vecchio Nevio: "Tra il dire e il fare ghe ze in mezzo ea figa de so mare (dei capobranco)"

    Ostro

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